Troppo spesso, in questo periodo dell’anno, le riviste si occupano dei danni lasciati dal passaggio dell’estate su pelle, capelli, ritmi sonno-veglia, trasformando la migliore delle stagioni, nel demone distruttore del nostro fisico. Navigando nel web non si parla d’altro che di macchie cutanee, derivate dalla mancata protezione solare, disidratazione e perdita dei capelli. Vero… ma non esiste solo il lato negativo.
La primavera è ricca di esplosiva vitalità: nella medicina tradizionale cinese è proprio qui che l’energia yin passa allo yang (tradotto come movimento, eccitazione e creazione) e ha la sua diretta prosecuzione ed espressione nell’estate, rendendoci forti ed esuberanti (sempre se il binomio corpo-mente è in fisiologia). Questa esplosione di vitalità ci porta spesso a riprendere in mano le scarpe da running e iniziare a camminare, correre, uscire il più possibile per godere appieno del sole, del caldo e del relax, che spesso associamo a questo periodo dell’anno.
Vivendo maggiormente all’aria aperta e con uno stile di vita più sano (si tende ad alimentarsi meno, aumentando i quantitativi di alimenti ricchi di acqua e vitamine), miglioriamo la sintesi della vitamina D, che aiuta nella mineralizzazione ossea, rinforza il sistema immunitario e, nel contempo agiamo sul nostro sistema nervoso centrale, migliorando l’umore e stiamo fisicamente e psicologicamente meglio.
Come possiamo allora mantenere questo stato di grazia anche nel periodo autunnale? Lo sforzo che si deve fare è quello di continuare a mantenere una costanza nel movimento. In autunno, nonostante le giornate si accorcino, abbiamo il dovere morale nei confronti della nostra casa (il nostro corpo) di alimentarci secondo le linee della dieta Mediterranea e di trovare un’attività fisica che possa mantenere attivo e ben funzionante il nostro sistema cardiocircolatorio, il metabolismo e il sistema immunitario. Per fare questo è necessario conservare lo stato mentale di tipo positivistico, che normalmente l’estate ci regala e il movimento permette di mantenere questo umore. Non possiamo più pensare ad una separazione tra mente e corpo. È noto da tempo che i disturbi neurologici e psichiatrici spesso si accompagnino ad alterazioni motorie e, viceversa, disordini motori si traducano in alterazioni psichiatriche. Un tratto caratteristico della depressione, ad esempio, è il rallentamento motorio, così come sono note le alterazioni motorie nei disordini psicotici e d’ansia. Parlando invece di una patologia come il Morbo di Parkinson, malattia che colpisce il sistema motorio, troviamo spesso dei disturbi di tipo depressivo o della performance cognitiva. È chiaro che queste sono estremizzazioni, che derivano da studi scientifici, ma se l’effetto benefico è dimostrato su patologie così gravi, possiamo azzardare a fare una connessione logica anche su pazienti con situazioni meno critiche, ma comunque condizionati da disturbi da stress e da burnout e affermare con certezza che l’esercizio fisico ha degli effetti positivi.Da studi recenti è stato dimostrato che l’attività motoria induce la modulazione centrale di tre neurotrasmettitori fondamentali come la dopamina, la serotonina e la noradrenalina e allo stesso tempo raggiungono il cervello cannabinoidi e fattori di crescita e di plasticità cerebrale, immessi nel torrente circolatorio attraverso la contrazione muscolare. Questi neurotrasmettitori sono gli attori principali nella buona comunicazione neuronale, quindi di un ottimale funzionamento dei circuiti legati ai disturbi dell’umore, dell’apprendimento, dell’attenzione. Questo, detto in parole povere, significa che il sistema, se correttamente stimolato produce dei neurotrasmettitori della positività o della gioia, che sono alla base del benessere anche fisico. E se ci sentiamo forti e sani riduciamo il quantitativo di farmaci, dei quali troppo spesso si abusa, permettendo al nostro fisico di rimanere più in salute, più a lungo.